\paperw4260 \margr0\margl0 \plain \fs20 \pard\tx1185\tx1905\tx2625\tx3345\tx4065\tx4785\tx5505\tx6225\tx6945\tx7665\tx8385\tx9105\tx9825\tx10545\tx11265\tx11985\ATXts240\ATXbrdr0 \f1 \fs24 Questo luogo, nel cuore della Caria, Φ da sempre legato al culto della fertilitα e dellÆamore, come dimostrano i ritrovamenti di statuine votive che le popolazioni dellÆEtα del Bronzo dedicavano ai loro dei arcaici. La prima divinitα venerata fu prob
abilmente \i Ishtar\i0 , la dea babilonese della fertilitα, poi identificata con lÆautoctona \i Nin\i0 e quindi con la greca Afrodite.\par
Oscure sono le vicende del sito in epoca arcaica e classica e la grande fortuna del santuario e della cittα inizi
a soltanto con i Romani, che giα in epoca Repubblicana mostrarono un forte attaccamento a questo luogo. Il primo ad omaggiare la cittα fu Silla che nellÆ82 a.C., su consiglio dellÆoracolo di Delfi, don≥ al Tempio di Afrodite una corona dÆoro e una doppia
ascia per propiziarsi la guerra contro Mitridate, re del Ponto. In epoca giulio-claudia Afrodisia visse il suo periodo di massimo splendore, dovuto alla devozione che gli imperatori romani mostravano per Afrodite, madre di Enea e quindi capostipite dell
a loro stirpe.\par
La cittα prosper≥ fino in epoca bizantina quando i sovrani cristiani cercarono di cancellare il culto pagano e, volendo dare un segno forte della loro autoritα, cambiarono il nome di Afrodisia in \i Stavropolis\i0 , \i Cittα della Cro
ce\i0 . Distrutta dai terremoti e saccheggiata dagli eserciti di passaggio, la cittα fu definitivamente abbandonata allÆinizio del XV secolo, dopo unÆincursione del conquistatore Tamerlano.